Saperi e Sapori del Borgo

Il cibo rimane sempre l’anima del territorio, vero attrattore nazionale ed intenazionale che può far emergere storie, leggende, assieme al profumo della terra che ospita.La riscoperta del borgo italiano con il suo stile di vita slow e la tutela e valorizzazione di una alimentazione buona e sana è un’urgenza civile e sociale.

ll discorso sul cibo deve essere preceduto da quello sull’agricoltura e sulla pesca, non può prescindere dal territorio, dalle materie locali, dalla stagionalità. Dietro un piatto buono e di qualità c’è un’agricoltura sana e felice. Bisogna recuperare il rapporto con la natura e con la terra, ripartire dalle materie prime e dai prodotti che la Terra Madre ci ha donato preservando le comunità locali.

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L’ignoranza del passato e la logica del profitto hanno scardinato campagne, terreni, coste alterando l’equilibrio tra uomo e natura. L’urbanizzazione moderna non è mai pensata in funzione della socialità e del territorio, di chi abita o abiterà il luogo, partendo dall’assunto che il passato è da dimenticare per progredire. Gli edifici sono spesso alveari inospitali, senza servizi e luoghi d’incontro che favoriscono solo la dispersione e l’assenza di comunità.

Gli studi scientifici dimostrano che il riscaldamento globale è dovuto ai gas serra emessi dall’attività umana, di cui la metà derivanti dalla produzione di cibo. Eppure vi è una grande varietà di sistemi alimentari agricoli e di piccola scala che continua a nutrire le popolazioni. Il paesaggio non esiste senza territorio, senza ambiente, senza terreni agricoli. I luoghi di una volta invitavano alla sacralità, alla lentezza, al silenzio, erano luoghi dove raccogliersi e ritrovarsi, erano piazze, torri, campanili.

Nell’abitare i piccoli centri, nell’abitare i borghi non vi è estraneità tra l’abitante e il luogo, tra l’abitante e il territorio come avviene nelle periferie delle città. I borghi dovrebbero riprendersi il loro passato senza trasformarlo o stravolgerlo e con orgoglio donargli una nuova dignità. Ritrovare e valorizzare la dignità e il buono delle radici contadine è il punto da cui partire per recuperare vecchi valori e riproporli in chiave moderna per una agricoltura che sia sana per la terra e per la salute.

Nessuna buona pratica e nessuna buona scelta può essere compiuta senza conoscere il territorio e il patrimonio culturale dei luoghi. La valorizzazione dei Borghi e di patrimoni d’inestimabile bellezza è un’urgenza civile e serve ad invogliare quei flussi turistici sensibili a visitare un luogo pieno di fascino con vantaggi su un turismo di comunità che sappia miscelare radici e futuro.  distaccandosi dai principi dell’industria alberghiera tradizionale promuovendo un nuovo approccio all’ospitalità ispirato alla valorizzazione e tutela del Borghi per un turismo di comunità, sostenibile e non solo stagionale. L’obiettivo dovrebbe essere costruire un’immagine attrattiva dei Borghi per offrire pacchetti turistici che comprendono cultura, paesaggio, escursioni in luoghi d’arte, enogastronomia con eccellenze della piccola produzione e visite alle aziende agricole per far sentire il turista un residente temporaneo. Sistemi locali persistenti e resistenti a volte vincenti con attività produttive hanno un futuro perché hanno un piano di buone pratiche anche agricole.

Il cibo quale strumento di salute e di valorizzazione turistica.Le produzioni tipiche locali come volano dello sviluppo dei territori.I prodotti tipici, in quanto forma di espressione della cultura di un territorio, influenzano ampiamente lo sviluppo sociale ed economico dei territori locali

L’attenzione verso le tipicità, in modo particolare i prodotti enogastronomici è stata trainata e sostenuta dalla crescente attenzione dei cittadini alla qualità dei prodotti alimentari, oltre che dalla volontà di valorizzare e tramandare le tradizioni locali e ad una più generale adesione ad uno stile di vita più semplice e naturale.

Una alimentazione sana ed equilibrata garantisce un apporto di valori nutrizionali efficaci contro le malattie più diffuse. Dietro un piatto buono e di qualità c’è un’agricoltura sana. Bisogna recuperare il rapporto con la qualità del cibo, la natura, la terra, il paesaggio ripartendo dalle materie prime.

La biodiversità agricola e zootecnica è l’insieme delle piante coltivate e delle razze animali domesticate, frutto nel corso degli anni del lavoro da parte delle comunità di pastori e contadini. Attualmente, i semi che piantiamo nella terra provengono tutti da tre grandi multinazionali chimiche. Ci sono movimenti per il recupero dei semi, delle biodiversità tradizionali e dell’agricoltura di sussistenza, per ridare all’uomo la possibilità di coltivare il suo terreno e praticare un’agricoltura familiare.I contadini che decidono di non usare chimica nei campi, usando fertilizzanti naturali rispettano la terra e sono in accordo con la natura. Siamo tutti diversi, lo stesso cibo ha effetto diverso in persone diverse. La consapevolezza è il grande obiettivo di oggi. La gente non sente più il proprio corpo, invece bisogna imparare a riconoscere gli effetti che ha su di noi il cibo. Per capire a cosa dobbiamo stare più attenti, bisogna riconoscere le nostre debolezze e saper scegliere, mangiando prevalentemente verde e di stagione. A ogni sfumatura di verde corrisponde un ortaggio, e a ogni ortaggio effetti benefici e virtù terapeutiche. ma bisogna saper scegliere badando alla stagionalità toccandole, odorandole diffidando di quelli puliti, perfetti, colorati, gonfi. La differenza dipende dal modello di produzione, serre e colture ad esempio idroponiche puntano solo  su la produttività; cerchiamo di scoprire la differenza tra ortaggi non contaminati da fertilizzanti e pesticidi da quelli seminati in campo con scelte biologiche. Osserviamo gli ortaggi, tocchiamoli e usiamo l’olfatto, riconosceremo la loro diversità.

L’Associazione intende realizzare un contenitore culturale che possa promuovere l’immagine, la storia e le tradizioni del Borgo di Fiumefreddo diffondendo il bene comune della conoscenza per stimolare una coscienza critica e un’identità non retorica, senza dimenticare ciò che questi luoghi sono stati e hanno rappresentato.
 La falsa modernità e un insensato modello di sviluppo ha determinato lo spopolamento di molti borghi. Il richiamo alle nostre responsabilità ci impone di preservare e custodire i borghi e ci inchioda al cambiamento, ricercando un modello di sviluppo locale e di turismo sostenibile e di comunità in grado di rivitalizzare intere filiere. Aver cura dei borghi significa tutelare e valorizzare il patrimonio storico-artistico a fini, culturali, artigianali e residenziali, legando passato e futuro, saperi moderni e saperi antichi, storia e territorio, paesaggio rurale e bellezza, agricoltura sana e cibo agricolo. Il “modello dei borghi” dovrebbe assumere  le caratteristiche di un progetto di sviluppo locale di un’area vasta, intercomunale, regionale, multisettoriale. Aprendo la questione di chi debba “prendersi cura” dei borghi e rendendo meno perentoria la separazione tra cittadini e amministratori.